MANIFESTAZIONE NO – OMBRINA Sabato 23 Maggio 2015.
Una grande manifestazione a Lanciano, Sabato 23 Maggio 2015, come non si era mai vista. Un fiume di gente accorsa da ogni parte dell’Abruzzo e da altre regioni d’Italia per unirsi al coro di protesta per dire no al progetto di trivellare il Mare Adriatico, di fronte alla costa dei trabocchi , per installare delle piattaforme per estrarre e raffinare il petrolio. Alla manifestazione hanno aderito molti sindaci con il loro gonfaloni. C’erano tante bandiere , c’erano tanti giovani accorsi da ogni parte d’Italia con la loro esuberanza, con la loro freschezza. Eravamo in tanti, c’è chi dice 60.000, chi 40-50.000, non importa precisare il numero, eravamo un mare di persone, un mare di bandiere con la scritta NO-OMBRINA, NO TRIV.! e c’eravamo anche noi dell’Auser Volontariato di Lanciano. Eravamo in pochi, una diecina in tutto ma decisi più che mai ad affermare la nostra volontà di testimoniare la presenza dei nonni e il mondo del volontariato per difendere il futuro dei nipoti. La ragione della protesta , che è stata espressa in modo gioiosa e chiassosa, tipica dei giovani, con un comportamento civile da parte di tutti i partecipanti, era quella di impedire alla multinazionale dell’estrazione petrolifera di rubare il futuro ai nostri giovani. Tutti ormai hanno capito che il petrolio non porterà occupazione nella nostra regione, che non porterà benefici per i cittadini, che non porterà benessere e ricchezza , tranne che per i padroni delle trivelle !. Il petrolio porterà la morte in un mare dai colori bellissimi che vanno dall’azzurro al turchino, con il fondali pescosi e ricchi di fauna marina, che non ha un grande ricambio d’acqua in quanto, come è noto, è un mare chiuso. Le piattaforme arrecheranno danni irreparabili all’ambiente, agli operatori turistici della costa adriatica (non solo quella abruzzese), danneggeranno i nostri prodotti agricoli d’eccellenza come i famosi pregiati vini conosciuti in tutto il mondo, provocheranno danni alle nostre produzioni di ottimo olio extra vergine d’oliva, alla fauna marina. Provocheranno danni alla salute delle donne e degli uomini, ai bambini soprattutto, costretti a respirare aria inquinata dai fumi delle raffinerie petrolifere e terranno lontani i turisti provenienti da altre regioni italiane e dall’estero.
Insomma, sarà un vero disastro non solo dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista economico. Noi abruzzesi dobbiamo continuare a lottare insieme, uniti come una sola persona perché la salvaguardia della nostra costa deve riguardare tutti. La costa dei trabocchi, le spiagge del teramano e del pescarese, la nostra economia vitivinicola, l’olivicoltura, i nostri meravigliosi centri storici sono le risorse certe su cui puntare per lo sviluppo dei prossimi anni. Dobbiamo adoperarci, ognuno per quanto gli compete, per aumentare il numero di presenze dei turisti nelle nostre strutture ricettive. L’Abruzzo è considerato il polmone verde d’Italia, con i meravigliosi parchi della Maiella e del Gran Sasso d’Italia, possiede una fauna (pensiamo all’orso marsicano, al lupo, alla lince, al gatto selvatico, a tanti animali presenti da ammirare, fotografare, proteggere dalla malvagia dei bracconieri. La nostra regione possiede piccoli e grandi centri storici che custodiscono tesori dal valore inestimabili, poco conosciuti, da valorizzare anche oltre i nostri confini regionali.
Per concludere questa mia testimonianza, desidero citare una regione, la Basilicata, la terra di mia moglie, una regione povera, una fra le più povere del nostro Paese, dove c’è stato l’inganno della promessa dello sviluppo attraverso l’estrazione del petrolio e del gas in Val D’Agri. Questa parte di regione che è stata vittima di questo inganno (avevano promesso lavoro , sviluppo, ricchezza per tutti), era una valle con una grande vocazione turistica, con la presenza di strutture ricettive e una agricoltura intensiva fiorente. La Val D’Agri, con il lago del Pertusillo, è stata danneggiata in modo irreparabile. Ora l’aria è irrespirabile, sono aumentate le malattie cardiorespiratorie e le morti per tumore ed è aumentata la disoccupazione giovanile. Ora i giovani sono stati costretti di nuovo ad emigrare al nord in cerca di fortuna, anziché trovare lavoro in loco aiutandoli a sviluppare i settori turistici e agroalimentare.